21.7.07

Aspettando T.

Distanza,

risiedo e riscaldo poltrone

troppo note per far scorrere il tempo

congelato nella tiepida stanza.


Rosso e verdastro d’autunno,

riguardo e rimiro le foto

impazienti di essere viste

da occhi più scuri dei miei.

Non mi chiedo se sei

ad un passo dal suonare alla porta,

ad un soffio dalla mia ansiosa bocca,

se già senti il calore di pelle

che ti avvolge le guance,

che ti sfiora la schiena,

nella stretta in cui attendo da giorni

di poterti assediare.


Distanza,

chiudo gli occhi e scompare

la nozione di spazio.

E ti abbraccio.




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