Distanza,
risiedo e riscaldo poltrone
troppo note per far scorrere il tempo
congelato nella tiepida stanza.
Rosso e verdastro d’autunno,
riguardo e rimiro le foto
impazienti di essere viste
da occhi più scuri dei miei.
Non mi chiedo se sei
ad un passo dal suonare alla porta,
ad un soffio dalla mia ansiosa bocca,
se già senti il calore di pelle
che ti avvolge le guance,
che ti sfiora la schiena,
nella stretta in cui attendo da giorni
di poterti assediare.
Distanza,
chiudo gli occhi e scompare
la nozione di spazio.
E ti abbraccio.
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